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INTERVENTO 3

Prateria di Posidonia 1120*, fondali marini rocciosi, scogliere 1170, grotte marine sommerse e semisommerse 8330

Presso il sito Acquatina di Frigole IT9150003, il monitoraggio dei fondali marini prospicienti prenderà in considerazione l’evoluzione della competizione tra le specie realizzatrici di habitat prioritari Posidonia oceanica 1120* e Sabellaria sp. (recentemente segnalata da UniSalento e UniBari congiuntamente a Sud delle Cesine) oltre che lo stato dei corpi sommersi depositati 20 anni fa e il risultato della loro presenza sulla biodiversità locale.

Il monitoraggio riguarderà le situazioni marine costiere sommerse (Posidonieto, fondali con datteri di mare, scogliere a Sabellaria, scogliere coralligene, grotte marine sommerse) prospicienti aree naturali protette, anche e soprattutto in previsione delle proposte istituzioni di Oasi blu (Cesine-Otranto, Ugento, Porto Selvaggio). Sarà condotta una Valutazione dell'estensione e dell'evoluzione del fondale roccioso sommerso (0-5 m) interessato in passato dal prelievo del dattero di mare Lithophaga lithophaga 1027, della cui descrizione il DiSTeBA è stato responsabile - su scala internazionale - nel 1990/92. La valutazione, avvalendosi dei dati pregressi disponibili, sarà quantificabile in termini di superficie rocciosa danneggiate allo stato odierno a 30 anni dagli studi e dalla istituzione dei divieti di prelievo

Valutazione della consistenza dell’habitat “grotte marine sommerse e semisommerse” 8330 fino a 60 m sotto il livello del mare, in termini di numero grotte, relativamente all’area geografica della penisola Salentina (Torre Lapillo – Otranto) lungo un tratto di costa di circa 100 km con monitoraggio congiunto dei tratti più superficiali di coralligeno (40-60 m), di specie di interesse comunitario oltre che di specie eventualmente aliene NIS. Gli studi recenti del DiSTeBA-UniSalento riportano un numero di grotte 8330 superiore alle 100 unità, ma solo nella fascia dei primi 25 m di profondità. La storia geologica e la natura carsica della regione oggetto di studio depongono a favore della presenza di questo habitat fino a 100 m di profondità. Il monitoraggio, pertanto, propone anche l’estensione della presenza dell’habitat con aggiunta di punti specifici (grotte) in seguito alle investigazioni ROV fino a 60 m di profondità, superando i limiti tecnici alla esplorazione profonda di operatori subacquei specializzati.

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